La deformazione del senso delle parole e del loro rapporto è ormai in atto da tempo. Termini fondamentali che definivano significati precisi si relativizzano come fa, d’altra parte la storia e se la strage di Odessa diventa un un banale rogo di un piromane non meglio identificato, così parole importanti come PACE diventano oggetti strani e di scarso significato.

Ed ecco che le armi diventano oggetti desiderabili, privati del loro senso di orrore. Strumenti di pace in un gioco orwelliano per cui il concetto stesso di libertà si deforma sino a divenire un concetto del tutto relativo e sottoposto a mille ed un condizionamento.

Il rapporto, ed è un esempio banale, fra libertà e salute è un esempio eclatante di questa forma di violenta relativizzazione. Ma anche concetti alti come Giustizia, Verità,Amore, divengono oggetto di manipolazione costante.

Spiritualità viene ridotta al commercio simoniaco delle grandi major della vendita di anime ed indulgenze… la guerra diventa PACE.

L’amore incondizionato scompare, divenendo oggetto di vendita e scambio. Fratellanza e solidarietà si categorizzano, compartimentandosi a seconda dell’etnia.

La relazione umana si verticalizza ulteriormente e la competizione, per quanto ininfluente ad una reale promozione sociale, diventa comportamento normalizzato.

L’astuzia, il compromesso, il rapporto clientelare e servile diventano normalità, mentre la paura si fa linguaggio normalizzato sui media di regime.

Lo si è detto altre volta ma vale la pena ripeterlo. La Verità, vituperata ed offesa, coperta di stracci nasconde il suo volto e viene scacciata a furor di popolo. E come per Giordano Bruno mentre la portano al rogo le mettono la mordacchia… affinché non parli.

Il dissenso (solo quello consentito nella parodia che chiamano democrazia)viene incanalato in parametri precisi, controllati… in tematiche prevedibili e formali mentre la ribellione diventa una forma di follia pericolosa e socialmente inaccettabile. Un popolo senza potere si avvia al recinto, felice d’essere gregge.